Da Partanna a Vita

Le tappe del vino nella provincia trapanese

Il viaggio nelle terre del vino della Valle del Belìce continua nel Trapanese e, oltrepassando l’emblematica Stella di Consagra, considerata la porta di accesso alla Valle, inizia proprio da Gibellina che ancora una volta si conferma terra di sperimentazioni coraggiose.

In un luogo magico, il caratteristico Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi, tradizione vitivinicola e cultura si incontrano in un connubio che promuove felicemente il patrimonio artistico e culturale del territorio. E siamo certi che vi piacerà moltissimo sorseggiare il vostro calice, ammirando il paesaggio dalla terrazza delle Tenute Orestiadi, magari dopo aver visitato il Museo delle Trame Mediterranee o il Cretto di Burri che, con la sua opera monumentale, ha cristallizzato i ruderi della vecchia Gibellina.

Per gli amanti di Bacco, il viaggio fa poi tappa a Partanna, dove nel bel Castello Grifeo, uno dei manieri medievali meglio conservati di tutta la Sicilia occidentale, tra botti monumentali e palmenti per la pigiatura dell’uva e la fermentazione del mosto, nelle antiche scuderie è nato un Museo del Vino, realizzato in collaborazione con associazioni culturali come Iter Vitis, l’itinerario internazionale riconosciuto dal Consiglio d’Europa.

Un’occasione unica per i visitatori di calarsi in una dimensione e in una ritualità d’altri tempi, magari prima di recarsi nelle cantine partannesi, dove si potranno apprezzare i vini locali: dal caratteristico Camarro Igt nelle tipologie bianco, rosso e rosato, proposte in diverse versioni che vanno dal secco, al frizzante al novello, alle Doc Marsala e Sicilia, fino alle Terre Siciliane Igt.

Marsala Doc, Sicilia Doc e Terre Siciliane Igt caratterizzano anche la produzione vitivinicola della suggestiva Poggioreale, con la sua singolare Piazza Elimo progettata da Paolo Portoghesi su ispirazione dell’agorà greca, e la città fantasma, straordinario set cinematografico, tra le cui rovine sono state girate scene della fiction “La Piovra”, della miniserie “Cefalonia” e dei film “L’uomo delle stelle” e “Malena” del regista Premio Oscar, Giuseppe Tornatore.

Terra di vino per eccellenza, con la sua Doc Salaparuta ambasciatrice della Sicilia in Italia e nel mondo, il piccolo comune del Trapanese, in tutto poco meno di mille e seicento abitanti, è immerso tra verdi colline percorse da filari di vigne coltivate con amore e rigorosa passione. Da queste parti, il vino è davvero cultura e anima del territorio. Diversi, quindi, gli eventi e le manifestazioni organizzati per la promozione delle migliori cantine e dei prodotti tipici.

A Salemi la denominazione dell’Indicazione geografica tipica si riferisce principalmente a tre vitigni a bacca bianca: Ansonica, Grecanico dorato e Damaschino, declinati nelle varie tipologie e versioni e frutto di una tradizione vitivinicola antichissima, testimoniata dal ritrovamento di anfore per il vino risalenti alla colonizzazione greca. Tradizione che si è radicata notevolmente alla fine del Settecento, grazie al mercante di Liverpool John Woodhouse e alla sua scelta di commercializzare il cosiddetto vino Marsala, facendone un prodotto in grado di competere a livello internazionale con lo Sherry, il Porto, il Madeira. Tra i successi dell’inglese, anche un contratto stratosferico stipulato con l’ammiraglio Horatio Nelson, allora di stanza a Malta, per una fornitura di oltre duecentomila litri di vino.

Tra vini biologici e una importante realtà cooperativa ben radicata nel territorio, il viaggio tra le eccellenze vitivinicole del Trapanese approda a Santa Ninfa, piccolo borgo a circa cinquecento metri sul livello del mare, rinomato anche per una delle sagre della salsiccia più significative e seguite di tutta la Sicilia occidentale. Fondata oltre mezzo secolo fa, l’omonima cantina sociale riunisce circa cinquecento viticoltori per un totale di oltre mille ettari di coltivazioni che prediligono i vitigni autoctoni tra cui lo Zibibbo, il Catarratto, il Grillo e l’Inzolia, e coinvolgono anche il territorio di Gibellina e Salemi.

Alcamo Doc, Marsala Doc, Sicilia Doc e Terre Siciliane Itg i vitigni che caratterizzano il territorio di Calatafimi Segesta, una tappa che vi farà viaggiare dall’antica civiltà degli Elimi all’epopea garibaldina. Adagiato tra le colline dell’entroterra trapanese, con una vista mozzafiato dal meraviglioso teatro antico di Segesta, Calatafimi è il borgo più vicino, sia dal punto di vista geografico che antropologico, alla civiltà elima proveniente, secondo la tradizione, dalla mitica Troia.

Avvicinandoci alla costa, arriviamo a Castelvetrano. Qui, la vicinanza al mare dona ai vini prodotti nel territorio la caratteristica mineralità. Al Marsala Doc, Sicilia Doc e Terre Siciliane Igt, si aggiunge il Menfi Doc, ma tra un calice e l’altro vi consigliamo di non perdere l’occasione di visitare il Museo civico selinuntino a Palazzo Mayo. Tra i più preziosi ritrovamenti nell’area archeologica della vicina Selinunte, spiccano il bronzo dell’Efebo (480-460 a.C.) e la Lex sacra, una lamina di piombo con incisa la legge del V secolo avanti Cristo, che sanciva i riti di espiazione per i colpevoli di parricidio.

Anche a Campobello di Mazara, la vicinanza al mare conferisce ai vini quella caratteristica mineralità che li contraddistingue. Marsala Doc, Sicilia Doc e Terre Siciliane Igt, i vitigni coltivati nelle sue campagne che sono un trionfo di lunghi e generosi filari di vite, ulivi secolari, agrumeti e mandorleti. Il suo nome deriva dal latino “campus belli”, perché è qui che si disputò la battaglia finale tra Segesta e Selinunte.

Un itinerario pensato per accompagnarti alla scoperta delle eccellenze vitivinicole del territorio Belìcino!

Un percorso tra vigneti e antichi borghi, assaporando i vini unici che raccontano la storia di questa terra e visitando le bellezze culturali che questo territorio offre. 

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